“GASLIGHTING NELLA LEGGE 54/2006”
SECONDO CONGRESSO SULLE MADRI STRAPPATE
Palazzo Senatorio, Campidoglio Roma
Avrà luogo mercoledì 1 giugno il secondo congresso sulle madri strappate organizzato da Femminicidio in vita, che da tempo segue le vicende delle madri trascinate nei tribunali per la “contesa dei figli” tramite perizie alterate. Questo secondo incontro, dopo il primo in cui si è parlato di rivittimizzazione e della Convezione di Istanbul, sarà dedicato alla legge 54/2006 sulla bigenitorialità. In particolare alle conseguenze che questa ha nei procedimenti di separazione giudiziale con figli minori. L’evento si terrà alle ore 10 nella sala “Laudato sì” di Palazzo Senatorio in Campidoglio a Roma. Il termine è previsto per le 13.
Nel titolo si parla di gaslighting, una parola che bene spiega i meccanismi di applicazione della bigenitorialità: il gaslighting è una sorta di manipolazione psicologica e nel caso della legge 54/2006 ribalta i ruoli tra la vittima e il carnefice. Le madri sono spesso vittime di violenze o abusi, così come i loro figli, ma appena queste denunciano rischiano di perdere la responsabilità genitoriale, perdendo così i figli. Inoltre a questa già dura conseguenza si aggiunge quella di trasformarsi da vittime a carnefici: in nome della bigenitorialità per cui “il bambino ha il diritto a mantenere un rapporto stabile con entrambi i genitori”, i figli sono costretti a dover a forza riallacciare un rapporto con il padre, un rapporto che non desiderano e non richiedono. Il rifiuto da parte dei figli nelle relazioni tecnico scientifiche sottoposte nelle consulenze richieste dai tribunali si trasformano in una accusa nei confronti delle madri: è colpa delle madri alienanti se i figli non desiderano avere un rapporto con i propri padri. Le donne così da vittime diventano carnefici e vengono sottoposte a violenza istituzionale per anni, per il solo motivo di aver provato a difendere se stesse e i propri figli.
“Se vuoi provare che qualcuno viene sottoposto a “gaslight” in tribunale, bisogna presentare delle prove. Durante le CTU questo “passaggio probatorio”, spesso e volentieri, viene ignorato dai periti nominati dal giudice. Ignorare in quella fase delicata significa mettere a rischio le vittime di violenza domestica e assistita perché verranno completamente inglobati dall’accusa di alienare i figli”, dichiara Imma Cusmai di Femminicidio in Vita e organizzatrice del congresso. “Il “gaslighting” ha a che fare con il tentativo di invalidare la realtà delle donne che denunciano la violenza. Influenzare il CTU con scambio di mail private e non condivise tra le parti è un reato grave che ricade sempre e solo sul genitore che non ha la “forza economica” per contrastare accuse fatte passare per dubbi su sanità mentale,
percezione della realtà e dei ricordi”, aggiunge Cusmai.
All’incontro parteciperà anche Cinzia Leone, senatrice del Movimento Cinque Stelle
e vicepresidente della commissione parlamentare d’inchiesta sul Femminicidio, attenta a queste tematiche: “La Commissione d’inchiesta sul femminicidio ha esortato la ministra Cartabia a fare una visita ai Tribunali dei minori, perché dalla nostra indagine sono emerse criticità feroci”, ha dichiarato la senatrice. Sui casi di donne che, dopo aver denunciato i mariti violenti, corrono il rischio di non essere credute e di vedersi allontanare i figli, la senatrice ha detto: “Dobbiamo dare risposte concrete alle donne e la riforma generale del processo civile lascia ben sperare. Si sta prendendo in considerazione la Convenzione di Istanbul, siamo sul solco giusto ma servono risposte concrete. Una donna non può pentirsi di aver denunciato”.
Interverranno inoltre: Annamena Mastroianni, pedagogista – “UNIPED”, Rita Rapisardi, giornalista freelance, Paola Pieri, attivista del gruppo “MaternaMente”, Pieranna Pischedda, psicologa “Laboratorio del Possibile”, Emanuela Natoli, presidente Associazione “MovimentiAMOci”, Anthea Di Benedetto, presidente Associazione “Aurea Caratite” di Palermo, Antonella Colella, avvocata e vicepresidente Associazione Aurea Caratite, Laura Marsala, avvocata Associazione Aurea Caratite.
Modera: Luana Valle, attivista per i diritti umani.
Di seguito ricordiamo le condizioni per poter partecipare all’evento: è obbligatorio accedere alla Sala “Laudato Sì” di Palazzo Senatorio in Campidoglio con la mascherina Ffp2. Non è richiesto il green pass come da decreto legge 1° maggio 2022. Per l’accredito bisognerà scrivere una mail a: femminicidioinvita@sociologist.com specificando nome e cognome di chi vuole partecipare, la città e un recapito telefonico.
Per info: femminicidioinvita@sociologist.com”