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Industria Calzaturiera Italiana in frenata

Industria Calzaturiera Italiana in frenata  Nel primo semestre 2024 calano fatturato (-9,1% ed export (-8,5%)

Il settore calzaturiero nazionale archivia un primo semestre con una flessione sia nel fatturato (-9,1%) che nell’export (sceso del -8,5% in valore e del -6,8% in quantità nei primi 5 mesi). In forte calo anchel’indice Istat della produzione industriale (-19,5%). Questa la fotografia del comparto scattata dall’ultimo report realizzato dal Centro Studi Confindustria Accessori Moda per Assocalzaturifici, che rileva inoltre un decremento degli acquisti delle famiglie italiane (-2,1% sia in volume che in spesa).

Presidente Giovanna Ceolini
Presidente Giovanna Ceolini

Per Giovanna Ceolini, Presidente di Assocalzaturifici: “La fase di debolezza della domanda, frenata da una minor propensione all’acquisto da parte dei consumatori, dal rallentamento di diverse economie (non solo quella cinese) e dall’incertezza legata alle turbolenze geopolitiche in diverse aree del pianeta, ha fortemente penalizzato gli ordinativi, non risparmiando neppure il lusso.

La congiuntura negativa sta avendo forti ripercussioni sui ritmi produttivi delle aziende, che hanno amplificato il ricorso alla cassa integrazione. Cresconoinoltre i saldi negativi nel numero di addetti ed imprese attive rispetto allo scorso dicembre”.

Esaminando nel dettaglio i dati di export, le lievi flessioni delle vendite nei partner comunitari (-1,6% in valore e -2,4% in quantità, favorite dalla tenuta dei flussi verso la Francia, +2,6% in valore e +1,5% in volume, confermatasi prima destinazione) sono accompagnate da arretramenti nell’ordine del -15% negli sbocchi extra-UE.

Tra questi, gli unici segni positivi si registrano per Medio Oriente (+10,7% in valore) e Far East (+2,9%, con Cina +12,6% e Hong Kong +22,6%),  spedizione agli hub in Svizzera (che non a caso segna un -54,7% in valore).

Gli USA cedono il -3,5% in valore (ma con un decisamente più marcato -14,7% in volume), mentre la Russia, dopo il crollo del 2022 all’inizio del conflitto e il rimbalzo del 2023, mostra un calo del -21,7% in valore su gennaio-maggio 2023.

Anche sul fronte dei consumi interni i dati non sono positivi: nei primi 6 mesi gli acquisti delle famiglie italiane sono scesi del -2,1%, sia in volume che in spesa.

Analizzando la tipologia di calzature, i cali più marcati hanno interessato le scarpe da uomo (-5,7% in quantità e -4,6% in spesa), mentre quelle per donna e per bambini/ragazzi evidenziano riduzioni nell’ordine del -3%, sia nelle paia che in valore.

Le “sportive e sneakers” mostrano le contrazioni meno pesanti (-1% in volume e -0,6% in valore). La pantofoleria, infine, cede l’1,7% in quantità (malgrado la tenuta di quella per donna), con un -0,7% in spesa.

Infatti, nella filiera pelle il numero di ore autorizzate è aumentato del +138,5% nei primi 6 mesi, ed è su livelli 4 volte e mezzo superiori all’analogo periodo del 2019 pre-Covid. Si è inasprito inoltre il processo di selezione tra le imprese, con ripercussioni inevitabili sull’andamento dell’occupazione.

A fine giugno, rispetto a dicembre, si contavano 107 calzaturifici in meno, tra industria e artigianato (-3%), con un saldo negativo di -2.359 addetti (-3,2%): una repentina inversione di tendenza, dunque, rispetto al timido recupero registrato dalla forza lavoro settoriale a consuntivo 2023 sul 2022 (+1,8%).

E, con riferimento alle previsioni per l’intero anno, 3 imprenditori su 4 ritengono che il 2024 per la propria azienda sarà peggiore dell’anno precedente.

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