La Calabria vale un viaggio
Iniziamo questo viaggio nella Riviera dei Cedri, lungo la costa tirrenica settentrionale, precisamente in provincia di Cosenza.
Servizio a cura di Antonio Vanzillotta
Tra i 24 comuni di questa Riviera a Santa Maria del Cedro si concentra la produzione maggiore di cedri, dicharati DOP nel 2023. Come ci spiega Angelo Adduci, Presidente del Consorzio del Cedro di Calabria, questo pregiato agrume è arrivato in Calabria attraverso la mediazione culturale ebraica.
Infatti ogni anno verso la fine dell’estate giungono qui i Rabbini di diverse comunità per raccogliere i frutti dell’albero del Giardino dell’Eden. Secondo la tradizione ebraica , durante una cerimonia viene preparata una composizione vegetale formata da rami di palma, salice, mirto ed infine un cedro.
L’albero del cedro ha attecchito in questa zona per la stabilizzazione di due correnti: una calda dal mare e una fredda dalla montagna. L’altro motivo della ricchezza di questo frutto sta nelle sapienti mani degli agricoltori che hanno trovato e tramandato i metodi migliori per coltivarlo.
I cedricoltori per favorire qualità e autenticità hanno deciso di costituire il Consorzio del cedro di Calabria, che permette loro di occuparsi direttamente del conferimento e dell’ammasso. Inoltre, missione del consorzio è anche far comprendere che la cedricoltura non è solo commercio e produzione ma è parte della storia della Calabria. Dal cedro si possono ottenere anche liquori, marmellate e prodotti cosmetici.
Si è creato un vero e proprio circuito che comprende percorsi esperenziali, il Museo del Cedro e l’annuale Festival del Cedro (che quest’anno si terrà sempre a Santa Maria del Cedro, dal 5 all’8 settembre con intrattenimenti musicali e folcloristici). A pochi chilometri dalla riviera dei cedri c’è il museo del peperoncino. Il museo fa parte dell’Associazione Piccoli Musei e si trova all’interno del parco nazionale del Pollino, precisamente a Maierà in provincia di Cosenza. Arroccato su uno sperone roccioso, a 360 metri sul livello del mare. Camminando tra le pittoresche vie del centro storico arriviamo ad un palazzo patrizio che ospita il museo.
Ci spiegano che il peperoncino non è solo una spezia che esalta il gusto dei cibi ma porta benefici al nostro corpo. La capsaicina infatti, principio attivo del peperoncino, stimolando l’afflusso del sangue, è un vaso dilatatore.
All’interno si potranno ammirare 10 sale espositive che accolgono tra le altre, collezioni di ceramiche, uova dipinte, fotografie, vignette e gastronomia. Tra le curiosità: una ricca collezione di salse e una dedicata al binomio eros e peperoncino. Sempre nei pressi del Parco del Pollino arriviamo nel comune di Saracena, nel cosentino e assaggiamo l’omonimo passito.
Qui incontriamo il sig. Luigi Viola, proprietario della cantina che gestisce insieme alla sua famiglia. Ci spiegano che il territorio del Pollino è vocato per i vini e soprattutto per i bianchi grazie alle escursioni termiche estive che rendono i vitigni aromatici. Il passito di Saracena, suo fiore all’occhiello è composto da quattro tipi di uve diverse.
Le prime due sono Moscatello di Saracena e adduroca (uva aromatica) che vengono fatte appassire e avranno la funzione di attivare la fermentazione del mosto. Il mosto, che verrà poi bollito, viene prodotto dalle altre due uve: la guarnaccia, uva tipica di questo territorio e una malvasia. Altra caratteristica è che i grappoli vengono diraspati manualmente, con grande attenzione e pazienza. Il processo di fermentazione è lungo e dopo aver svinato, la vinaccia viene utilizzata per produrre la grappa.
Sulla costa Jonica, troviamo Corigliano – Rossano due grandi comuni che si sono uniti per non disperdere energie e risorse; qui si trova la famosa Glycyrriza glabra.
Il palazzo della famiglia Amarelli, è un’antica fortezza del 1400, oggi sede del Museo della Liquirizia. La pianta della liquirizia (glycyrriza glabra deriva dal greco e significa radice dolce) in un primo momento era considerata fastidiosa in quanto pianta infestante. Le radici infatti non permettono alle piante limitrofe di crescere. Erano anche difficili da sradicare e per questo venivano chiamate piante maledette.
Col tempo si scoprono i benefici di queste piante: dalle radici infatti, con un processo di lavorazione si estrae la liquirizia. Cresce spontaneamente soprattutto in Calabria, lungo la costa ionica, 80 cm di altezza e radici profonde fino a due metri. La fabbrica di liquirizia Amarelli risale al 1731 ed è l’unica ancora attiva mentre nel 1800 in Calabria se ne contavano circa 80.
Tornando nell’entroterra cosentino ci spostiamo a Spezzano della Sila famosa per la Riserva naturale i Giganti della Sila che ospita i maestosi pini larici ultracentenari.
Nel comune di Spezzano ci imbattiamo nell’azienda vinicola Magna Graecia, che punta ad un ciclo completamente eco-sostenibile. Nella coltivazione della vite infatti, per arricchire il terreno, riutilizzano gli scarti della tostatura del caffè e usano un tappo innovativo in canna da zucchero che consente di utilizzare un ridotto quantitativo di acqua nella sua produzione. Sulla via del ritorno restiamo colpiti dall’entusiasmo degli abitanti di Verzino, in provincia di Crotone, che ci offrono un viaggio nel viaggio tra natura e cultura.
La nostra guida è il signor Antonio Biafora, che si occupa di ‘Verzino Adventure’ per promuovere il territorio. La prima tappa è a Sperone una frazione che si affaccia sulla valle e sulle colline intorno a Verzino. Qui si trovano le grotte rupestri di epoca medievale dove ai verzinesi veniva assegnato un lotto da utilizzare come stalla per i propri animali domestici: asini, galline, maiali.
La seconda tappa si trova nel cuore del paese dove visitiamo un antico frantoio adibito a museo. Qui scopriamo delle ruote di pietra che con l’ausilio di un asino riducevano le olive in pasta. La terza tappa è a Campana (Cs) dove incontriamo i megaliti dell’Incavallicata.
I giganti sono due ciclopiche sculture in pietra che risalgono a un’epoca imprecisata e di cui non si conosce ancora se l’origine sia antropica o naturale. Sono in corso degli studi specifici in merito alla questione. La leggenda narra che le due strutture vengano chiamate l’elefante di pietra e il ciclope.
Una delle ipotesi sostiene che ‘il ciclope’ sia stato realizzato per commemorare una divinità pagana mentre ‘l’elefante’ parrebbe essere una copia dell’elephas antiquus, i cui fossili sono stati ritrovati nel lago Cecita. Ma, paesaggi e misteri a parte, a Verzino ogni anno ad agosto si tiene Amore e Rabbia: un Festival di Musica Mediterranea, giunto quest’anno alla sua quindicesima edizione, sponsorizzato anche dalla secolare azienda vinicola Zito (di Cirò Marina).
Gli organizzatori ci spiegano che il titolo del festival rimanda all’ amore per il proprio territorio, la Calabria, e rabbia perché fa fatica ad emergere. Questo festival è anche un’opportunità per riflettere sull’integrazione fra paesi nel Mediterraneo.
Dal festival Amore e Rabbia sono passati infatti, nelle varie edizioni, personaggi della musica mediterranea italiani, marocchini, balcanici, palestinesi e israeliani e di altre parti di questo nostro mare Mediterraneo centro della nostra cultura e della nostra identità.