Le petit Piaf, il nuovo film di Jugnot, ovvero cantare per non smettere di vivere
Dopo il successo ottenuto nel 2002 con “Monsieur Batignole”, Gerard Jugnot torna a bucare il grande schermo dirigendo una pellicola vincitrice del Premio del Pubblico al festival Cinéma et Musique de Film de la Baule 2021: Le petit Piaf, una commedia a fondo musicale con una leggera nota agrodolce.
In quesa nuova pellicola dirompente, allegra e commovente allo stesso tempo, Jugnot trasmette un messaggio chiaro: si può avere un sogno e lasciarlo nel cassetto o si può avere un sogno e realizzarlo. La scelta è sempre soggettiva. E ne Le petit Piaf, Nelson (Soan Arhimann) che è il protagonista della pellicola, non sa far altro che cantare per non smettere di vivere.
Apparentemente Le petit Piaf si presenta come un film semplice, ma fare cose semplici è spesso complicato. Può essere un film per bambini, visto il fatto che la pellicola di Jugnot è centrata su di loro, ma contestualmente è un film per tutti. Soprattutto per i più grandi che con Nelson, il protagonista, possono tronare a guardare il mondo con gli occhi incantati e sinceri di un bambino.
Ne Le petit Piaf, c’è un può di Nouvelle Vague: quel surrealismo tipico di Truffaut attraverso cui porta nel cinema la realtà quotidiana fatta di amicizia e di amore. C’è anche un po’ della commedia all’italiana, con intermezzi comici alla Sordi.
La nuova pellicola di Gerard Jugnot è sapientemente diretta con un’ottima attenzione alla fotografia: la foschia che a volte entra in camera, crea dei quadri più che delle scene. E come diceva Diderot “bisogna sempre cercare un quadro”. Le inquadrature dinamiche, convogliate da una luce ben contrastata creano colori accesi, capaci di suscitare una maggiore empatia verso i personaggi.
In tal senso Le petit Piaf raduna un cast di attori molto convincente, tra cui lo stesso Jugnot che interpreta un personaggio secondario, ma fondamentale nell’intreccio della pellicola: il direttore dell’albergo, grazie al quale la vicenda si evolve e prende vita.
“Uscendo da scuola abbiamo incontrato una strada ferrata che ci ha trasportati intorno alla terra in un vagone dorato”. È l’incipit della poesia di Jacques Prévert, che Nelson recita dirigendosi a scuola con la sua bicicletta. Un verso recitato forse non a caso. È plausibile pensare che Jugnot ci stia parlando di quel treno, quello delle opportunità, che va preso al volo. Guai a perderlo: non passerà una seconda volta.
Jugnot, con la sua pellicola, ci insegna che aiutare qualcuno significa soprattutto aiutare se stessi. È infatti il caso del coprotagonista Pierre Leroy, interpretato da Marc Lavoine, che aiutando Nelson a combattere le sue paure, aiuta se stesso a ritrovar quell’amor proprio ormai perso in terra natia, in Francia.
Ecco che “Le petit Piaf”, con la voce del piccolo Nelson, sa mescolare culture diverse in una terra lontana, l’isola di Réunion, ed è capace, attraverso il canto, di curare le ferite e toccare il cuore di una madre fiera.
Curiosità e altre informazioni su “Le petit Piaf”:
La sceneggiatura del film è ispirata al piccolo Soan Arhimann, protagonista del film che ha realmente vinto l’edizione francese di The Voice Kids. La pellicola, non a caso, parte con l’intenzione di nelson, incoraggiato dai suoi amici, di iscriversi al concorso canoro. Sarà però la paura a bloccarlo e la volontà di non deludere le speranze dei suoi amici a mentire circa l’iscrizione e l’ammissione al concorso.
“Le petit Piaf è uscito a Roma il 13 aprile in anteprima nazionale, in occasione del festival Rendez-Vous, grazie alla casa di distribuzione No.Mad entertainment, una società indipendente di film e documentari di qualità, che ha già ricevuto premi all’interno dei più prestigiosi festival internazionali,
L’anteprima milanese del film è stata invece proiettato il 27 aprile all’Anteo. Uscirà in tutte le sale italiane, a partire dal 4 maggio.
Articolo di Massimo Chisari