Milo, la realtà permanente in mostra a Milano fino al 18 giugno
Milo, l’artista bresciano della Realtà Permanente, porta a Milano una rassegna della sua creatività in una personale alla Agostino Art Gallery di via Solari 72 dal 25 maggio, giorno dell’inaugurazione con l’artista, al 18 giugno 2023.
La mostra è stata annunciata dalla la curatrice e titolare dello spazio espositivo Cinzia Lampariello Ranzi specializzata in arte moderna e contemporanea con un approccio multidisciplinare mirato a creare sempre un dialogo tra arte e società e con la passione per la scoperta di nuovi talenti.
Negli eventi promossi da Cinzia Lampariello Ranzi si ritrovano autori come Marco Lodola, Michele Tombolini, fabrizio Vatta e Walter Davanzo ma anche Tvboy, Gumm, i PichiAvo, Vincent Vee, Mr. Brainwash, Raptuz, Jamie Reid, T Alberto Petrivelli, e Gumm.
CHI È LORENZO MUCCHETTI, IN ARTE MILO?
Milo inizia la sua produzione artistica negli anni Duemila. Nel 2019 Vittorio Sgarbi ne promuove l’opera in diverse manifestazioni nazionali e Milo riceve subito premi e riconoscimenti. Decisivo è poi l’incontro con il prof. Gianni Dunil: è grazie al critico che Milo entra nella storia dell’arte italiana con l’inserimento del suo profilo sull’ Atlante dell’Arte Contemporanea De Agostini 2020 (pag. 297-298).
Alla sua prima personale a Milano nel gennaio 2023 riceve l’apprezzamento del prof. Stefano Zecchi che viene personalmente a presentare l’esposizione.
In quella occasione Cinzia Lampariello Ranzi scopre Milo e si innamora delle sue tele e del suo Movimento Realtà Permanente.
COSA DICONO I CRITICI SU MILO?
Al centro dell’ispirazione di Milo vi è il concetto della doppia dimensione temporale delle cose, di un monumento storico come di una squadra di calcio (una delle ultime creazioni è un polittico dedicato al Napoli per lo scudetto)o un’icona, come la Marylin Monroe di Andy Warhol. Sulla stessa tela Milo fissa due momenti distinti della storia del soggetto: esso viene mostrato rovinato dall’azione distruttiva del tempo, dell’incuria, della storia, ma attraverso strappi e brandelli di colore, che intaccano l’unità visiva, come una ‘sfogliazione’, un dècollage, sulla scia dell’eredità di Mimmo Rotella, riemerge la figura originaria con la sua estetica primigenia, affermando così la vittoria sul tempo e le sue sfide. Al centro della tela sono presenti le immancabili orme umane sulle cose, una sorta di firma di Milo che così restituisce alla bellezza la pura essenza della contingenza.
LA TECNICA DI MILO
La tecnica utilizzata è mista: l’artista parte da una composizione delle diverse immagini del soggetto, ne produce dei manifesti unici, che applica poi su tela. Qui genera la “sfogliazione”. L’applicazione di oggetti di uso comune che comunemente vengono abbandonati come residui di un consumismo becero completa il messaggio in chiave pop Anni 60. Tre i colori tipici di Milo: il nero, a significare gli effetti dell’inquinamento sulle superfici; il rosso, la violenza gratuita inflitta dall’uomo con comportamenti vandalici o irriverenti, e il bianco, l’inevitabile deterioramento che il tempo porta con sé. La concettualità della produzione di Milo,
attraverso la sua autentica innovazione, si traduce in quadri emozionanti, dal forte impatto estetico.
DOVE SI TROVANO LE OPERE DI MILO?
Oggi le opere di Milo sono presenti in tutta Italia nelle case di numerosi privati, che ne hanno apprezzato il fascino e il messaggio.
Alla Agostino Art Gallery gli Omaggi d’autore sono le opere dedicate agli artisti che hanno influenzato la maturazione artistica di Milo, 4 opere master 80×100 dedicate rispettivamente alla Madonnina di Milano, la Torre pendente di Pisa e il Pinte di Rialto.
Infine le Pillole, tele in dimensione minimale, dove comunque si ritrovano i medesimi concetti della Realtà Permanete ma senza applicazioni. Le pillole rappresentano monumenti presenti a Venezia, Bologna, Positano, Ferrara e la basilica di Sant’Ambrogio di Milano.