Dopo la Pandemia, i problemi delle P.m.i e Le difficoltà lavorative, ritorna il terrore di tutti i dipendenti.
Ebbene si, negli ultimi giorni infiamma sempre più il dibattito sui diritti dei Lavoratori e sul lavoro. Sulla mancanza dello stesso (lavoro) e cercando di trovare soluzioni per tutto, tutti e tutte le situazioni, sembra doveroso ricordare che c’è ancora un problema che affligge pesantemente il nostro paese, e non uno da poco, vediamo un pò più nello specifico le diverse tipologie di questa squallida e subdola pratica ;
Mobbing definizione e Tipologie
In etologia il termine “mobbing” spiega il comportamento di un gruppo di animali la cui maggioranza dei membri forma un’alleanza contro un singolo membro, al fine di eliminarlo dal gruppo.
Nell’uso corrente, il concetto è stato trasposto all’ambito lavorativo umano per indicare un tipo di dinamica relazionale che implica la presenza di almeno tre attori in gioco: il mobber, la vittima e gli spettatori.
Questi ultimi possono più o meno compartecipare o intervenire nel facilitare il comportamento del mobber, il quale, con mezzi aggressivi e subdoli, mira a influenzare o espellere la persona dal gruppo di lavoro o dalla cultura organizzativa di riferimento.
Il mobber infierisce sulla vittima per motivi vari, disparati e spesso complessi: gelosia, ambizione, soldi, potere, divertimento, diversità culturale o sociale etc. È rilevante soprattutto notare che tale fenomeno è diventato sempre più conosciuto quanto più allarmante: esso riguarda sia gli uomini sia le donne, con una netta prevalenza per queste ultime.
Mobbing Verticale
Che a sua volta può essere Discendente o Ascendente.
Nel primo caso, si parla di attacchi vessatori, e atteggiamenti votati ad alienare da parte di un superiore verso la risorsa sotto di lui/lei… in questo caso possiamo parlare pure di “Bossing“
Nel secondo caso ,invece, accade l’opposto, la risorsa con il livello più basso attacca il suo sovraintendente
Mobbing Orizontale
Quando la condotta mobbizzante è posta in essere da uno o più colleghi posti allo stesso livello della persona che ne è bersaglio.
E’ possibile valutare il mobbing ?
Ciò che lo psicologo esegue è una valutazione dell’impatto del mobbing sulla salute della persona: la valutazione della presenza di elementi psicopatologici implica la presenza di un danno biologico di natura psichica; secondo la Suprema Corte, sez. I, con Ordinanza n. 27482 del 30/10/2018, il danno biologico è “rappresentato dall’incidenza negativa sulle attività quotidiane e sugli aspetti dinamico relazionali della vita del danneggiato”.
Molte volte succede che le vittime di mobbing si rivolgano a medici curanti, medici legali, avvocati per lamentare l’ingiustizia di quanto subito. Tali figure, tuttavia, richiedono la collaborazione di professionisti della salute, quali psicologi clinici esperti in danno psichico, per una valutazione accurata del danno subito dal cliente.
L’esito più probabile del mobbing è l’esclusione dal mondo del lavoro e ciò avviene mediante licenziamento, dimissioni volontarie, pre-pensionamento oppure buona uscita. Nei casi peggiori possono verificarsi nella vittima anche esiti traumatici o lesivi per la propria o altrui vita.
Solitamente la valutazione di mobbing viene svolta da uno psicologo clinico ed è anche consigliabile che tale psicologo clinico sia un C.T.U (Consulente Tecnico d’Ufficio) presso un Tribunale.
E anche se non è cosi semplice provare tale “Diabolica Pratica”, essa può risultare talmente pericolosa negli anni, da poter portare i lavoratori ad acquisire disturbi e malattie croniche fra cui ;
DANNO PSICHICO
Al fine di stimare l’entità del danno psichico, deve essere svolta una diagnosi relativamente alla psicopatologia insorta nella persona che ha subito il mobbing.
DANNO ESISTENZIALE
La valutazione del modo in cui la persona “funziona” nella sua quotidianità a seguito di mobbing implica anche un potenziale danno esistenziale: vi sono infatti persone che cambiano anche radicalmente le proprie abitudini e la propria percezione della vita e del futuro dopo aver subito “Mobbing”.
E non solo, Il danno subito può anche essere permanente.
Ed è questo il caso, in cui la risorsa non riuscendo a trovare soluzione, decide nella maggiorparte dei casi di abbandonare il propio posto di lavoro per cercare altrove.
Ma uno fra gli effetti più dannosi e debilitanti è dovuto dal P.T.S.D ( acronimo inglese per Post-Traumatic-Stress-Disorder ) Sindrome da Stress Post Traumatico.
Disturbo da Stress Post Traumatico
Il mobbing può categorizzarsi tra le cause dello stress lavoro-correlato. La vittima viene isolata, lasciata senza aiuto e senza protezione, sperimentando alti livelli di stress, di infelicità e di ansia, sino a innestare una reale psicopatologia legata ad aspetti traumatici generati dal mobbing, una percentuale rilevante di Disturbo da Stress Post Traumatico è stata infatti riscontrata nelle vittime di mobbing.
In altri termini, il comportamento mobbizzante si configura come un attacco alla dignità personale del lavoratore; con il trascorrere del tempo, può verificarsi un’alterazione dell’equilibrio psico-fisico con insorgenza di condizioni psicopatologiche.
Solitamente si origina a partire da una situazione di iniziale conflitto, qualcosa dunque di tipico in qualsiasi posto di lavoro.
Non è un conflitto del tutto latente, poiché si mostra in gesti come diverbi di opinione, piccole discussioni o ripicche, tentativi di emergere rispetto agli altri, il tutto però in maniera blanda e senza alcuna volontà distruttiva.
Purtroppo attualmente in Italia non esiste una legge “Specifica” a tale problematica.
E ciò rende ancor più difficile la risoluzione della problematica, per questo ci si augura un cambiamento nel mondo della “Giurisprudenza” al fine di poter ridare “Vita alle Vittime” e soprattutto giustizia per i soprusi, in modo da poter garantire maggior tutela per il “Lavoro” che ,ricordiamo, è la base della Nostra Repubblica.